Domenica 4 – Tempeste elettorali

Giuliacci e tutta la banda del meteo ci avevano visto giusto, per una volta gli allarmismi suggeriti dal centro Epson erano ben fondati ed effettivamente, questa settimana una tempesta artica si è abbattutta sull’Italia.

Burian un po’ burlone ci ha fatto questo scherzetto divertente, far nevicare anche a Roma e a Napoli. Un evento epocale da segnare su tutti gli annali e non in ultimo, preambolo delle imminenti elezioni politiche. E poi, ha bloccato tutte le autostrade, cancellato treni e aerei, ha portato alla ribalta di tutti i titoli termini un po’ tragici come “gelicidio”.

Abbiamo seguito un po’ tutti con curiosità e timore le vicende di Burian, alternando il nervoso dei pendolari bloccati sui treni al sorriso nel vedere certe foto di gente col bob sui colli romani, o ancora la suggestione delle spiagge del Sud ricoperte di neve. Mari bianchi, pedalò congelati, palme ibernate, gerani ghiacciati. Milano invece, in controtendenza con tutto il resto, funzionava alla perfezione e giovedì mattina i mezzi ATM erano più puntuali del solito. I milanesi hanno voluto dimostrare ancora una volta che non sarebbero stati due fiocchi di neve a farli arrivare tardi in ufficio.

Allargandoci al resto del mondo, anche gran parte d’Europa e diverse città degli Stati Uniti sono state travolte da questo freddo eccezionale. Una vera tempesta metereologica globale.

Sbandierato per tutti i quattro punti cardinali d’Italia, Burian è diventato quasi più protagonista delle elezioni, altro grande topic di questi giorni. E’ arrivato per ricordarci che ormai possiamo prevedere la data e quasi l’ora di una perturbazione e che possiamo controllare diverse cose grazie alla tecnologia. Ma le conseguenze non possiamo proprio prevederle e dobbiamo accettare che potrebbe arrivare qualcuno a mandare all’aria tutti i nostri piani.

La neve che più o meno ha ricoperto le nostre città, ci ha riportato con la memoria a certi anni passati, quando ancora non si parlava di “global warming” e una nevicata a marzo era una cosa normale. Si faceva a pallate di neve in cortile e ci si dava una mano tra vicini di casa per fare la rotta davanti al garage. Si usciva lo stesso di casa senza fare una piega, belli imbacuccati con l’ombrello e se le scuole erano chiuse era una bella festa per tutti.

Ora invece, ci obbliga a rallentare. Attutisce i rumori e in senso più ampio, i colpi. Ci fa accettare gli imprevisti, rivedere i nostri piani, rimandare le partenze e i ritorni.

Ogni cosa viene ricoperta per darci una scala cromatica diversa e ci suggerisce che quando la neve si scioglierà, potremmo vedere le cose da una nuova angolazione.neve

Questa domenica stonata è dedicata alla lentezza. Perchè a volte dobbiamo tirare il freno a mano e guardarci intorno. Se non ci riusciamo, lo fa il meteo per noi, perchè ci illudiamo di poter controllare tutto, ma ci sono imprevisti che sfuggono anche alle migliori previsioni sicure.

E’ dedicata anche alle attese, perchè ogni volta che ci fermiamo, abbiamo il tempo di pensare con più calma a quello che verrà dopo, immaginarcelo e assaporarne l’arrivo. In senso più ampio, possiamo immaginarci un cambio di stagione metereologica o politica. Se proprio non ci riusciamo, con molta pazienza, possiamo almeno attendere il disgelo.

 

Canzoni da ascoltare: Jesus and Mary Chain – Happy when It rains.

Dopo la neve, questa settimana è prevista la pioggia, non possiamo fare a meno di esserne contenti.

Libri da leggere/vedere a teatro: Beckett – Aspettando Godot. Sulle attese vere o presunte, in senso lato e figurato. Se vi capita, va bene andare a vederne anche solo la rappresentazione teatrale.

 

 

 

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