Arriverà o non arriverà? Scrutare l’orizzonte è uno dei passatempi preferiti di chi aspetta un autobus. Quasi che a guardare intensamente in fondo alla strada, l’autobus arriverà prima. Alla fermata è sempre così, anche se ultimamente, grazie agli smartphone, c’è anche chi abbandona l’orizzonte e preferisce lo schermo del telefono. La pensilina si divide in due: gli scrutatori in piedi sul ciglio della strada, gli altri seduti, assorti nelle loro cose.
L’attesa di un autobus, in qualunque città o Paese del mondo, è una delle cose più tediose che vi possano capitare. Non arriva mai. E quando arriva, è pieno di gente. Trovarlo vuoto, un’utopia da 15 d’agosto. Trovarlo pieno, la normalità dei restanti 364 giorni l’anno. La puntualità un optional, a causa di mille variabili: il traffico, i cantieri, le ambulanze, il camioncino parcheggiato di traverso. La betoniera in azione alle 8 del mattino. Lo spazzino che passa alle 8 del mattino insieme alla betoniera e al camioncino parcheggiato di traverso, quasi si fossero messi tutti e tre d’accordo.
Il viaggio su un autobus all’ora di punta è una di quelle esperienze di vita che ci porta a condividere 10 minuti della stessa giornata con dei perfetti sconosciuti. L’istinto di sopravvivenza ci porta a fare cose spiacevoli. La prima tra tutte: ascoltare la musica a palla, che ci protegge da quelli che telefonano urlando e da quelli che insistentemente vogliono sapere se scendiamo alla prossima fermata come se fosse una questione di vita o di morte. Però, se qualcuno ci chiede un’informazione deve urlarlo un paio di volte e alla fine darci un colpetto sulla spalla perchè tanto non lo sentiamo.
Poi degenerare fino a piazzarci davanti alla porta per respirare un po’ d’aria, ma intralciare inevitabilmente il flusso di ascesa e discesa. Chiedere informazioni al conducente, cercare di essere più veloci del vicino per accaparrarci l’unico sedile libero. Ed evitare così di restare appesi come salami e precipitare addosso a qualcuno alla prima frenata. Personalmente, negli anni sono diventata campionessa di tutte queste cose, però nei posti riservati non mi siedo mai.
Quando piove, poi, le cose si complicano ulteriormente. Gli ombrelli gocciolanti finiscono con l’inzuppare il vicino e c’è sempre qualcuno che si lamenta. La gente si accalca ancora di più, i vetri si appannano. Qualcuno pesta i piedi.
La situazione si aggrava in modo tragico quando arriva il caldo. Basta immaginare tutte queste cose insieme con l’aggravante dei 35 gradi.
Però, in questa stagione, certe mattine sono così belle che farsele rovinare da un autobus sarebbe davvero un peccato. Con un cielo così, i pensieri non possono essere grigi, o rossi, o verdi, e nemmeno blu. Ma ci saranno soltanto pensieri azzurri a tenervi compagnia. Dategli la forma che volete, ma il colore sarà sempre quello.

Milano – Attese alla fermata dell’autobus
Questa domenica qualcuno sarà già in piscina, qualcun’altro starà aspettando un autobus o un treno. Qualcuno invece starà preparando un esame importante e studierà fino a tardi con le finestre aperte. L’inizio dell’estate, da sempre, è un periodo di prove di tutti i tipi. Qualunque cosa abbiate da fare, approfittate di un pensiero azzurro. Se proprio non ci riuscite, potete fare una passeggiata e sentirete che sono fioriti i tigli. Succede una volta all’anno, per 15 giorni circa, quindi si può dire che sia un evento. I tigli fioriscono così tanto che si sentono perfino a Milano e riescono ad avere la meglio sullo smog. Non temono le città, l’inquinamento o il cemento. Però, se andate fuori dai centri urbani, li sentirete ancora di più.

Città, foresta o tigli fioriti?
Spesso la gente si chiede cosa sia questo profumo di fiori, perchè l’aria ne è talmente intrisa che non si riesce a capire da dove arrivi, quasi che ci sia qualcuno che ci segue spruzzando dell’Ambi Pur. Ognuno ha le sue e una volta una persona mi disse che il profumo dei tigli le ricordava le estati della sua infanzia. A me invece, ricorda sempre una sola estate: quella della maturità.
Canzoni da ascoltare: Ok Go – of the blue colour of the Sky, l’intero album
The Kills – Future starts slow