Domeniche Stonate compie un anno. Se fosse un gatto, ne compierebbe sette e sarebbe praticamente adulto. Ma, se fosse un bambino, oggi spegnerebbe una candelina e inizierebbe a muovere i primi passi incerti. Magari potrebbe essere un bambino con un gattino, così la via di mezzo tra i due sarebbe un giovane adulto. Con l’entusiasmo delle prime volte e l’incoscienza dell’inesperienza. Uno che non si annoia mai, perché le parole alla fine non stancano, l’importante è che non siano troppe. Nemmeno troppo poche.

Illustrazioni di Francesca Arena
Domeniche Stonate è il caffè troppo amaro che avete bevuto questa mattina, ma è anche lo zucchero che ci avete messo per correggerlo. Il cappuccino che arriva tiepido, la pasta scotta, il minestrone surgelato messo a scaldare.
Ma è anche l’amico con cui siete andati a fare colazione, il nuovo sugo che vi siete inventati perchè il frigorifero era vuoto e il formaggio che avete grattugiato sul minestrone per renderlo commestibile.
È quel tizio che incontrate tutte le mattine sotto casa e che prende il vostro stesso autobus, ha un’aria simpatica, ma anche un po’ scontrosa, così non sapete mai se sia il caso di salutarlo o meno, e nell’incertezza, lo osservate da lontano. È quel pezzetto di cielo in cui sperare, ogni volta che lo cercate azzurro, in mezzo a una coltre di nuvole grigie. È un viaggio in treno, di un’ora o di tre, trascorso a guardare il paesaggio che cambia fuori dal finestrino, ma è anche quello stesso treno in perenne ritardo.
È quel cocktail che vi siete bevuti tutto d’un fiato una domenica di fine luglio sui Navigli per dimenticare quel tipo un po’ così, ma è anche il mal di pancia da congestione che vi è venuto subito dopo.
Ha l’espressione odiosa di quel controllore supponente che quel giorno vi ha sorpreso senza biglietto. Ma ha anche il sorriso un po’ burlone di chi vi sta prendendo in giro in modo gentile e lo sguardo complice di chi vi sembra di conoscere da sempre. È quella canzone che avevate dimenticato, ma che oggi ci sta proprio a pennello. Quella sera in cui siete tornati a casa tardi, si è messo a piovere, eravate senza ombrello, poi l’autobus non passava, e poi… niente, forse era meglio buttarla sul ridere.
Le storie delle persone che vi immaginate senza conoscerle nemmeno. Il raggio di sole che passa dalla finestra quando avete appena realizzato che oggi potete restare a letto un po’ di più, ma anche la sveglia che non ha suonato quel lunedì mattina in cui dovevate arrivare al lavoro mezz’ora prima.
Quel giorno in cui siete cascati dal letto pensando di dover andare in ufficio e invece no, era di nuovo domenica.
Ma poi, alla fine è solo un articolo nuovo che leggete per passare il pomeriggio. Ha scelto di non avere un piano editoriale, perché preferisce farsi ispirare dal momento. Ma, le piace pianificarlo una volta alla settimana e darvi un appuntamento fisso. In un mondo incerto vuole darvi la certezza che comunque vada ci sarà sempre qualcosa di nuovo da leggere. Ma lasciarvi la curiosità e la sorpresa di un argomento diverso ogni settimana.
Questa domenica è dedicata a Hemingway. Perchè tutto è iniziato da lui, anche se non lo può sapere. Sarebbe bellissimo sedersi in sua compagnia in quel caffè dell’Havana, a Cuba e dirgli che, anche se nessuno ha mai avuto l’ambizione di riscriverlo, ci ha dato l’idea di scrivere qualcosa di nuovo.
Cin – cin.
Da Ascoltare: Pulp – Common People