“Se avesse intuito che razza di musical stava per cominciare, smontando dalla bici non avrebbe mica fatto il solito esordio con la camminata scema da cowboy e la solita faccia da domenica stonata…” (E. Brizzi – Jack Frusciante è uscito dal gruppo).
Da leggere, se non lo avete mai letto. Da rileggere, se lo avete letto e non ve lo ricordate. Da rileggere comunque se già lo conoscete a memoria.
Se fossimo dentro a questo libro, oggi avremmo assistito all’incontro tra il Vecchio Alex e Adelaide, sotto alle due Torri di una Bologna anni ’90.
Però, in realtà, siamo tutti un po’ il vecchio Alex, quando in bilico tra l’inverno e la primavera, cerchiamo di dare un senso e un significato alle cose che facciamo. Senza interrogarci sul perchè questa pazza stagione ci abbia portato troppa polvere e poca pioggia o sui dati allarmanti che riguardano riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacciai. Senza ombra di dubbio, uno strano finale d’inverno.
E come per tutte le cose strane, ci sono diversi modi di affrontarle. Potete fare così: come tutti, cogliete l’occasione senza farvi domande, arrotolate le maniche della camicia e godetevi una bella passeggiata al sole tiepido. Attenzione che appena si abbassa la temperatura c’è il rischio raffreddore, quindi prendete un maglioncino perchè non si sa mai. Anche il cappello. E la sciarpa. Già che ci siete, prendete anche i guanti, via.
Oppure, mettetevi comodi e aspettate ancora un po’, mentre osservate la tipa perfettina di fianco a voi seduta sul treno che incurante della gente inizia a speluccare il cappotto con l’apposita spazzola, per ricordarvi che la classe non è acqua. Magari, mentre ancora ci state pensando, arriva un cambiamento metereologico e quel vento freschino che vi ha dato un buffetto sulla guancia stasera, potrebbe portare qualche bella novità.
Oppure ancora, siete in tempo per chiudere questa giornata in bellezza, perdervi in chiacchiere noncuranti del tempo che passa, del fatto che sia quasi lunedì e che domani si ricomincia. Perdetevi in chiacchiere o ascoltate qualcuno. Non è mai tempo sprecato. Lasciate che la sera scivoli nella notte, che la strada si faccia silenziosa e che ormai ci siate solo voi rimasti con una luce accesa. In arabo c’è una parola che indica tutto questo e che si chiama “samar”, fa un po’ venire in mente quando si stava a chiacchierare con gli amici fino a tardi. Anche se sapevi che era ora di andare, tutto sommato nessuno ne aveva veramente voglia, tanto cinque minuti in più non avrebbero fatto la differenza. Si continuava a parlare sotto casa, nel parcheggio davanti alla macchina o d’estate sotto le stelle. Poi le mezz’ore diventavano ore, e le ore notte fonda.
Questa domenica è dedicata a tutti quelli che hanno ancora voglia di fare due chiacchiere e a tutti quelli che hanno già spento la luce, hanno visto che domani il meteo prevede pioggia e hanno preparato l’ombrello.
Anche se ne sono sicurissimi, chissà, magari era solo uno scherzo. Dopo tutto è ancora Carnevale.
Da ascoltare: Michel Berger – La groupie du pianiste.