Matera e’ una scala di pietra che scende anziché salire. Un gomitolo di strade che si arrampicano, o scendono, a seconda della direzione in cui le state percorrendo.
E’ il rumore di un silenzio che ti costringe ad ascoltarlo e a farci l’abitudine. E’ il sorriso di quel signore seduto al tavolo di un bar che ti chiede da dove vieni e dove hai intenzione di andare. Ma dato che sei lì, ti da anche qualche consiglio sui luoghi da visitare.
Ci arriverete dalla pianura o dall’alto aspettandovi di vederla, ma stupendovi di non vedere proprio nulla, perché sarà soltanto quando avrete trovato parcheggio che la città vi dara’ la possibilità di affacciarvi sull’orlo di un precipizio, ma di poterci anche scendere, senza vederne mai veramente la fine.
A Matera potete abbandonare il tempo e sostituirlo con quello degli orologi molli di Dali’ che troverete all’improvviso sulla curva di una strada.
Pochi negozi di souvenir, ma tante guide turistiche e comitive con ombrellini che si mischiano a suonatori di pizzica. Cappelli di paglia e peperoni essiccati al sole.
Questa domenica, mentre vi trovate in attesa delle vacanze e il vostro migliore amico e’ diventato un ventilatore, mentre guardate con aria assorta un sito di prenotazioni last minute, mentre state pensando a una meta insolita, ma non vi viene in mente niente, partite per Matera. Non sarà un viaggio semplice, nemmeno veloce, ma ci arriverete prima o poi. E seppure vi troverete sul fondo di un canyon, vi sentirete tra le nuvole.
Da ascoltare: The Shins – It’s only life.