Domenica 70 – Scivolare a Tallin

Nord. Sembra solo un punto cardinale sulla bussola, o una direzione da seguire, in caso non se ne abbia già un’altra. Ma da Riga a Tallin esiste una sola strada che costeggia la costa del Baltico e poi si immerge in foreste di conifere. Un solo possibile mezzo per percorrerla: il pullman. Vorresti un treno ad alta velocità, o una linea di navette e invece la Lux Express offre un servizio completo dal centro di Riga al (quasi) centro di Tallin. Il pullman ti fa sentire in gita scolastica o su un tour operator con guida e ombrellino. Atmosfera di assoluto silenzio e un piccolo spazio con tè e caffè, gentilmente offerti dalla compagnia, anche perchè non sono previste soste lungo il percorso. Sogni un paesaggio da romanzo, ma tra un bosco e l’altro riesci a malapena a intravedere qualche villaggio vacanza. Speri di vedere una renna spuntare tra gli alberi, poi speri in una qualsiasi forma di vita animale che possa interrompere la monotonia, ma quando realizzi che era solo una speranza vana, ti si chiude prima un occhio e poi anche l’altro. Caschi in un sonno profondo cullato dall’alternarsi di luce e ombra e dal rumore calmo e ripetitivo della strada.

A Tallin non arrivi, non capiti, ma ti svegli all’improvviso. E come in tutti i risvegli, prima di aver capito esattamente dove sei, ci metti un po’.

Ti orienti col mare, o ti disorienti, perchè la città vecchia è ormai nascosta da quartieri più moderni.  A Tallin si scivola. Scivoli sul lastricato liscio, tra le strade del centro storico, scivoli sul molo coperto di salmastro, scivoli sul porfido umido, quando improvvisamente il sole lascia spazio a una pioggia fastidiosa. Un po’ città delle fiabe, un po’ nordica, un po’ sovietica. Influssi di Paesi diversi si sono incrociati, per caso, in questo avamposto del Nord Europa.

E se l’obiettivo di tutte le passeggiate è raggiungere la vetta della città, rubare qualche scatto dal belvedere al tramonto e scoprire che nell’epoca dell’autoreferenzialità anche ai gabbiani piace mettersi in posa, il secondo obiettivo è quello di trovare un posto per mangiare.

Missione impossibile in una città presa d’assalto dai turisti, dove rimediare un tavolo diventa un’impresa, finchè non scopri che anche qui c’è una grande moda: non solo calze in lana souvenir o angeli custodi scacciaspiriti, ma sopratutto ristoranti Medievali. Più di uno: nelle varianti atmosfera romantica e candele, vecchia locanda con paiolo messo a bollire sul fuoco e infine un autentico live drama, il duello di spade. Ti scappa da ridere, ma non puoi dato che per  loro si tratta di una cosa seria. Guardarsi bene dall’ordinare il pane con l’aglio, efficace per tenere lontano i vampiri, ma anche gli uomini.

Ma Tallin ti sorprende, quando verso le 23 il cielo è ancora tinto di tutte le sfumature di azzurro e quando in modo del tutto inaspettato, in una vetrina di pasticceria, incontri la Pavlova. L’unico dolce di cui non è davvero possibile trovare imitazioni.

Questa domenica è dedicata alla voglia di infinito che ti viene guardando il cielo in estate. Alle viste sul mare. A tutte le volte in cui decidi di restare a terra, ma poi ti viene una gran voglia di salpare. E a Tallin, la strada ad un certo punto finisce nel mare e se non vuoi tuffarti, l’unica cosa che rimane da fare è salire su quella nave attraccata e salpare (ancora) verso Nord.

A Tallin, da non perdere:

  • Una Pavlova al Maiasmokk Cafe
  • Sentirsi in un film di Christopher Nolan nel quartiere di Rotermann
  • Un tavolo vista giardino da Von Krahli Aed
  • Un selfie con i gabbiani e sullo sfondo la vista della città vecchia

Da ascoltare: Vampire Weekend – Jerusalem, New York, Berlin.

 

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