Domenica 77 – Tulipani scarlatti

“Andrà tutto bene”, sono le parole che vorremmo sentirci dire. Che potremmo provare a pronunciare per prendere confidenza e che da qualche giorno sono comparse in forma di post-it appesi qua e là. “Andrà tutto bene” è la frase che dovremmo ripetere ogni mattina appena svegli.

Anche oggi, più che mai, è una domenica stonata. E Milano si è svegliata con una brutta sensazione, dietro alle scie dei viaggiatori che la abbandonavano questa notte e che hanno lasciato a tutti un po’ di amarezza.

In un simile contesto, in cui sentiamo solo notizie preoccupanti, diventa difficile dare messaggi di speranza e fiducia. Ma ci proviamo lo stesso.

Durante un’intervista televisiva a un primario di Geriatria, sullo sfondo, si vedeva chiaramente un vaso con un mazzo di tulipani. Non mimose, ma tulipani scarlatti.

Così, per associazione, vent’anni fa, in questi giorni, usciva “Pane e Tulipani”, il film di Silvio Soldini. Sullo sfondo, la Venezia che piace a tutti e un vecchio fiorista brontolone. Il film è pieno di messaggi interessanti, da: “Le cose belle sono lente” al messaggio di rinascita e riscoperta di sè stessi, fino al titolo stesso. Il tulipano è un fiore che ha un significato particolare: tutti credono che sia originario dell’Olanda, ma no, pare che invece venga dalla Persia. Le “Mille e una notte” sono piene di tulipani.

Siete ancora in tempo per riguardare questo film, guardarlo per la prima volta o piantare qualche tulipano.

O approfittare di questi giorni per leggere “Le Mille e una notte”.

Questa domenica è dedicata alla frase letta per caso che vi servirà come certezza per affrontare i periodi difficili. Se ancora non ne avete trovata una, vi regaliamo questa, che sembra fatta apposta per questa stagione.

“Abbiamo bisogno di contadini,

di poeti, gente che sa fare il pane,

che ama gli alberi e riconosce il vento.

Più che l’anno della crescita, ci vorrebbe l’anno dell’attenzione.

Attenzione a chi cade, al sole che nasce

 e che muore, ai ragazzi che crescono,

attenzione anche a un semplice lampione,

a un muro scrostato.

Oggi essere rivoluzionari significa togliere

più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce,

 alla fragilità, alla dolcezza.”

F. Arminio

 

Da Ascoltare – Giovanni Venosta – Rosa y Cavel

 

 

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