Domenica 78 – Il sole non si arresta

Forse anche questa volta non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro rispetto al bombardamento di brutte notizie a cui siamo sottoposti ogni giorno. Va però detto che nel bombardamento generale avanzano nuovi schieramenti di sostenitori della solidarietà, dell’ecologia e di fiducia nel futuro.

Difficile restare saldi in un momento che appare come il tempo sospeso di IQ84 di Murakami. L’ennesimo romanzo che ha raccontato così bene un tempo parallelo sotto un cielo ostile. Anche il nostro è così: fermo. Fermo a quell’ultima cena fatta in compagnia, all’ultimo caffè della macchinetta, all’ultimo aperitivo con patatine e noccioline, quando in un qualche modo fuori era ancora inverno. E adesso? Ci sembra di essere intrappolati nell’infinita successione di giornate in tuta da ginnastica.

Ma possiamo ancora vederne il bicchiere mezzo pieno: i vicini di casa che ostinatamente tutti i giorni verso le 18:00 intonano “La canzone del sole” di Battisti, magari stonando anche qualche nota. Ma che importa, se non li detesti, prima o poi finisci per amarli. E il cinguettare ostinato degli uccelli di fronte a casa, sembra proprio che abbiano scelto questi giorni per organizzare delle riunioni plenarie. L’altro giorno a capo della banda c’era addirittura un pettirosso, mai visto in città. Altro che conference call, magari il destino del mondo lo stanno decidendo loro. Le pizze che tutti si sono messi a infornare, chi più e chi meno, per fronteggiare la noia di un sabato sera in casa e per piazzare i bambini a impastare per un’oretta. E sono le finestre illuminate, alla sera, a ricordarti che sono tutti lì dentro, a fare probabilmente gli stessi discorsi, leggere le stesse notizie, pensare alle stesse cose e che ti fanno sentire meno la solitudine. E comunque, malgrado tutto, sono già trascorse due settimane.

Me lo ha ricordato anche il sole, che più o meno cinque giorni fa, si è presentato alla finestra col suo primo raggio, non ci è rimasto più di dieci minuti per poi sparire subito. Ma il giorno dopo si è presentato di nuovo e il terzo giorno di fila è arrivato alla seconda finestra, per circa cinque minuti. E non ho fatto in tempo ad accorgermene che il quarto giorno era di nuovo lì, questa volta per dieci minuti, conquistando oltre al vetro anche un pezzo di muro. Ormai non si ferma più e questo raggio di sole un po’ prepotente ogni giorno si ripresenta verso le 15:00, si allarga di qualche centimetro e mi ricorda che un altro anno è passato, ma soprattutto, che nessuno è ancora riuscito a fermare l’avanzata della primavera.

Questa domenica è dedicata a tutti quelli che cercano cose diverse e normali per passare il tempo e magari ne inventano di nuove. Alle conference call allargate, alle connessioni che non funzionano, ai salotti arrangiati come palestre, alle corse sul posto in testa a quelli del piano di sotto, ai pennarelli buttati per terra, alle dirette streaming che si bloccano sul più bello. Ai pigiami con le nuvolette, alle pulizie generali che non sono più solo di primavera, ma dettate dalla necessità. E ai destini del mondo, così lontani, ma mai come oggi così vicini.

Da ascoltare: Bishop Allen – Rain

 

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