Maledetta primavera.
Se Loretta Goggi avesse cantato questa canzone oggi, probabilmente ci sarebbe stata qualche nota stonata.
Perchè, se la primavera è davvero la stagione dell’amore, si sarebbe guardata intorno e avrebbe notato che di primaverile in questi giorni non c’è quasi nulla. La primavera quest’anno ha preso una decisione risoluta: quella di sparire. Dileguossi.
La sparizione di una stagione ci spiazza. Avremmo tanta voglia di uscire a comprare quella maglietta a righe e quei sandali così carini. E magari un vestitino a fiori un po’ anni ’40. Che poi si sa, a comprare i vestiti estivi adesso, finisce che non te la senti di metterli subito e rimangono nell’armadio 2 mesi. Oppure vorremmo metterci la giacca in jeans.
E invece siamo di nuovo imbacuccati sotto strati di sciarpe e cappelli. Ci vestiamo in modo casuale, perchè siamo stanchi dell’inverno, e ci incontriamo alla fermata dell’autobus con addosso le cose più improbabili. Il mocassino col calzino, la pelliccia e le sneakers, la borsa colorata col cappotto nero, lo stivale in gomma e così via. Cose a caso. Ognuno interpreta il momento a seconda di come si sente: c’è il nostalgico dell’inverno così coperto che neanche un alpinista alla spedizione sull’Everest, accanto a lui, quello che ha deciso che in un modo o nell’altro è arrivato il momento del cambio armadi e quindi è vestito come se fossimo a maggio.
Comunque, siamo tutti infreddoliti e un po’ scocciati. Stupiti e un po’ allarmati, perchè se è vero che ormai stiamo avvelenando il pianeta col “global warming”, ci spaventa anche il contrario: il “global freezing”, una nuova glaciazione. E se davvero la primavera non tornasse? Proviamo a immaginare un mondo in cui fino all’ultimo siamo tutti lì a sperare che arrivino i primi tepori e poi… ritorna il freddo. Un disastro. Una delusione planetaria.
Niente più foglie sugli alberi, simpatiche margherite, curiose coccinelle. Dovremmo rassegnarci a un freddo perenne e rinunciare ai pomeriggi sulle panchine nel disperato tentativo di acchiappare la famosissima tintarella milanese, specialista nel darti l’illusione dell’abbronzatura e di farti sentire in riviera, quando in realtà in sottofondo c’è solo il rumore del traffico.
Dicono che “una rondine non fa primavera”. Ma un merlo si. Vorrei rassicurare quindi tutti gli scettici sul fatto che anche quest’anno, i merli sono tornati nel mio cortile. A breve, so già che la mattina mi sveglieranno verso le 6, mettendosi a fare conversazione sul davanzale della finestra. Chissà che cosa avranno da dirsi di tanto interessante a quell’ora del mattino? Io metterò comunque la testa sotto al cuscino. Va bene la primavera, ma alle 6 del mattino anche no.
Vorrei rassicurare tutti gli scettici anche sul fatto che ogni anno, prima o poi, il miracolo della primavera si ripropone. Magari avrà qualche esitazione, ma per capirlo vi basterà vedere se sono già sbocciati i tulipani. Confermo che anche quest’anno, i tulipani impazzano, se non nelle aiuole, nei chioschetti che trovate agli angoli delle strade.
Questa domenica, andate a cercare la vostra primavera. Potrebbe essere ovunque e da nessuna parte. Dipende. Uscite a fare una corsetta al parco e prestate attenzione se qualcosa è cambiato. Bisogna stare molto attenti, però, perchè certe cose sfuggono. Potrebbe essere anche accanto a voi sul sedile di quell’odioso treno che prendete sempre la domenica sera. O tra i cartoni della pizza da asporto che avete deciso di ordinare online. In quella zaffata di aria cruda che vi prende a schiaffi quando, scesi dall’auto, siete tutti intenti a scaricare le valigie, di ritorno dal vostro weekend.
Sentitevi un po’ marinai e andate a comprare una bella maglietta a righe, se non oggi, potrete indossarla al pic-nic di Pasqua, per sentirvi anche un po’ francesi. Se i tulipani fanno fatica a sbocciare sul balcone, andate a comprarne un bel mazzo reciso, potranno dare un tocco di colore al vostro salotto.
In ogni caso, non abbiate troppa fretta, la primavera è un po’ come il Natale, quando arriva, arriva.
Canzoni da ascoltare: Loretta Goggi – Maledetta Primavera, per tutti i nostalgici degli anni ’80.
Pogues – Sunnyside of the street, per tutti gli altri.