Domenica 11 – Pacchi di design

Ci sono domeniche da dedicare ai pacchi. A volte abbiamo bisogno di buttare le cose vecchie. Ad esempio: impacchettare vecchi abiti o archiviare vecchi oggetti. Altre volte decidiamo di dedicare la nostra domenica agli scatoloni. La cosa quasi sempre ci mette di cattivo umore, e la domenica diventa ancora più stonata del solito.

Lo scatolone in sè, serve per i traslochi. Allora potrebbe esserci un cambiamento in arrivo. Una nuova casa, una nuovo progetto o una qualche novità. C’è il metodico dello scatolone che con precisione maniacale impacchetta, lega, chiude, imballa, occupa ogni singolo centimetro libero, tira fuori e rimette dentro, poi tira fuori di nuovo perchè ha pensato che potrebbe incastrare meglio. Alla fine, chiude tutto col nastro adesivo bello stretto. Anche quest’ultimo, legato e tagliato con cura.

Poi c’è l’approssimativo, quello che butta tutto dentro alla rinfusa, perchè tanto bisogna chiuderlo comunque. Oppure no. Oppure lo scatolone rimane mezzo aperto perchè è troppo pieno. Gli oggetti spuntano fuori con prepotenza. L’approssimativo, quasi sempre, non capisce come mai il metodico riesca a fare tutto con lentezza e precisione. Ogni tanto prova a imitarlo, ma non ci riesce.

Poi ci sono quelli che ai pacchi preferiscono le buste. Tipo i sacchetti della spesa. Meglio quelli in plastica rigida, perchè ormai con tutte queste norme ecologiche, i sacchetti della spesa puzzano di pop corn e si sono già rotti prima di tornare dal supermercato. Un miracolo se non abbiamo seminato il contenuto per la strada. Comunque: più pratici, più veloci da preparare, ma sicuramente anti estetici. In ogni caso: vedere un nuovo vicino di casa che trasloca con in mano uno scatolone te lo potrebbe far sembrare subito un personaggio da film americano, ma vederne uno con le buste in mano, fa subito scappato di casa.

I pacchi comunque sia, hanno il loro fascino. C’è sempre una certa emozione nell’aprire qualcosa che ci è stato spedito. Potrebbe essere uno scatolone pieno di prelibatezze del Sud, o un nuovo acquisto che abbiamo fatto online. Perchè è vero che comprare virtualmente è comodo, ma toccare con mano è un’altra cosa.  O ancora un regalo natalizio che non ci aspettavamo. Poi ci sono gli inviti alle feste, la partecipazione a quel matrimonio tanto atteso. C’è sempre in sottofondo la curiosità permeata di aspettativa. La voglia di aprirlo rompendo la carta tutta in una volta o la riverenza nel lasciare l’involucro il più possibile intatto. Ci sono pacchi che arrivano e pacchi che partono, in tutti i sensi. Pacchi pronti a essere spediti, altri che non ti aspettavi proprio di ricevere.

Se questa domenica per qualche strana ragione dovete dedicarvi a pacchi o imballaggi, sentitevi un po’ meno stonati e fatelo con cura. Se invece non ne avete tanta voglia, chiedete una mano a qualcuno, ci saranno sicuramente parenti o amici più risoluti di voi. Pare che la primavera non solo si sia decisa ad arrivare con prepotenza, ma che abbia addirittura saltato a piè pari un paio di mesi, e così è un po’ come se fossimo già a giugno. Tempo di cambiamenti dunque, anche se il cambio armadi preferiamo rimandarlo ancora un po’.

E per tutti gli altri, a Milano c’è la Design Week. Andate a respirare il design. Anche se non vi interessa, anche se non ci capite niente, anche se non ne avete tanta voglia, anche se lo trovate ormai uguale alle edizioni passate, anche se c’è troppa gente, anche se, mentre voi cercate di scattare una foto, ci sono quelli che spintonano alla ricerca di un bicchiere di vino gratis. Anche se vi sentite dei pesci fuor d’acqua in mezzo a tutti quelli che girano con la guida di Interni sotto il braccio.  Il design è un dono gratuito, vale la pena conquistarlo e provare a capirlo.

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Chi salirà su questo palcoscenico?

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Sono soltanto vetri o soltanto mostri?

Cose da fare: Per non perdervi troppo nel guazzabuglio di eventi ed eventini della Design Week, vi consigliamo una visita: Teatro Gerolamo, Piazza Cesare Beccaria, 8. Un piccolissimo teatro delle marionette da poco ristrutturato. Ospita Monster Cabaret di Lasvit. Esposizione di vetri sul tema dei mostri. Mostri veri e presunti che abitano le nostre esistenze. Da non perdere anche solo per la location bomboniera stile ottocentesco. Se siete fortunati, troverete qualche designer che vi racconterà una storia e qualche performance di burlesque.

Canzoni da asoltare: Keane – Tear up this town.

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